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Il primo turno delle elezioni presidenziali in Turchia non ha decretato alcun vincitore. L’attuale presidente Erdogan (49,3% dei voti) sarà costretto per la prima volta al secondo turno; il suo rivale sarà Kemal Kılıçdaroğlu, del Chp, Partito popolare repubblicano.

Lo Stato di Israele compie il suo 75esimo anniversario in un contesto di crisi senza precedenti. Il 14 maggio del 1948, venne proclamata la nascita dello Stato di Israele dopo una lunga campagna di terrore condotta contro i palestinesi dall’esercito sionista, che uccise migliaia di persone e ne espulse 750mila dai propri villaggi e dalle proprie case. Questo giorno rappresenta la Nakba (catastrofe) per i palestinesi. Da allora, al fine di consolidare il proprio potere, Israele ha portato avanti numerose guerre e la repressione ininterrotta della resistenza palestinese.

La Tendenza Marxista Internazionale ha avvertito fin dal primo giorno che il governo di Gabriel Boric avrebbe strizzato l’occhio alla destra. Fin dal ballottaggio durante le elezioni presidenziali del 2021, abbiamo denunciato l’utilizzo demagogico dei temi dell’immigrazione e della sicurezza pubblica nel corso della campagna elettorale. Con un tale programma di repressione, Boric cerca di conquistare l’appoggio dei settori moderati o apolitici della società e strapparli alla destra. In realtà, semplicemente porta acqua al mulino della destra estremista. Il mese scorso, il Presidente Boric si è fatto promotore di una politica intrisa di tradimenti e voltafaccia, sostenendo la

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In Sudan, uno scontro apertosi all’interno della controrivoluzione ha fatto sprofondare il paese in una spirale di violenza, che ha già portato alla morte di circa cento persone e al ferimento di altre centinaia. Questo conflitto, da lungo tempo atteso, per stabilire quale cricca di banditi assassini abbia il diritto di saccheggiare il Sudan è la tragica conseguenza del fallimento della presa del potere da parte delle masse dopo la rivoluzione del 2018-2019.

Da quando è entrato in scena il Gazte Koordinadora Sozialista (Coordinamento giovanile socialista – GKS) [qui per saperne di più], la direzione ufficiale della sinistra nazionalista (EH Bildu) nel Paese Basco l’ha visto come un fastidio, mentre in forma ufficiale continuava a ignorarlo. L’anno scorso, Arkaitz Rodríguez, segretario generale di Sortu (il principale partito della coalizione EH Bildu) aveva definito il gruppo “reazionario”. Ma subito dopo però ha affermato che

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I funzionari degli Stati Uniti sono ancora scossi dopo una grave fuga di notizie di oltre 100 pagine di informazioni altamente sensibili, caricate su Internet da persone non identificate [ora si presume si tratti di Jack Teixeira, 21 anni, membro della Guardia aerea nazionale] e condivise per la prima volta da utenti della piattaforma Discord. I documenti, ad ampio raggio, svelano la portata del coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra in Ucraina, le gravi difficoltà incontrate dalla parte ucraina, il ruolo dei servizi segreti israeliani nel fomentare le proteste di massa contro il regime di Netanyahu e molto altro ancora.

Il 53esimo Congresso della CGT, che si è tenuto a fine marzo, ha segnato un punto di svolta nella storia di questa confederazione sindacale. I 942 delegati si sono polarizzati in una destra e in una sinistra che si sono scontrate per quattro giorni. Soprattutto, la sinistra si è mostrata più forte e più combattiva che mai, anche se la destra è riuscita a mantenere il controllo della direzione e a piazzare un proprio esponente, Sophie Binet, come segretario generale.

Martedì (28 marzo) si è svolta un’altra giornata di lotta contro il putrido regime di Macron, che la scorsa settimana ha imposto un innalzamento dell’età pensionabile in Francia. La lotta resta in forze, come dimostrano i milioni di persone scese in piazza. Tuttavia i vecchi metodi screditati dei dirigenti sindacali non basteranno a permettere ai lavoratori e ai giovani di trionfare nelle loro battaglie contro Macron. I nostri compagni di Révolution hanno fatto il bilancio dell’ultima mobilitazione indicando la via da percorrere (articolo pubblicato originariamente

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Lunedì, in Germania non girava una ruota, mentre il paese veniva scosso dal più grande sciopero degli ultimi 20 anni. Questo “mega-sciopero”, organizzato da due dei più grandi sindacati del paese, ha costretto il sistema dei trasporti tedeschi a una paralisi completa. L’attuale ondata di scioperi in Germania sta montando ormai da molti mesi e i lavoratori, di conseguenza, stanno ottenendo importanti concessioni. Lo sciopero di lunedì rappresenta un punto di svolta, che potrebbe aprire la strada a un’intensificazione della lotta di classe nello stesso paese che, per molti anni, è stato un pilastro della stabilità del capitalismo europeo.

La manifestazione di giovedì 23 marzo in Francia ha portato la lotta contro Macron a un livello superiore. Nei due mesi scorsi, il movimento (provocato da un nuovo attacco alle pensioni) è andato crescendo. Gli esponenti del governo speravano che tutto sarebbe rientrato nella normalità entro il fine settimana, contando sul fatto che il movimento sarebbe scemato dopo la manifestazione di giovedì. Si sbagliavano. Ieri, 3,5 milioni di lavoratori e di giovani hanno riempito le strade della maggior parte delle città francesi, mentre gli scioperi e le proteste prendevano un tono decisamente più combattivo.

Vent’anni fa aveva inizio l’invasione dell’Iraq capeggiata dagli Stati Uniti. Da allora il Paese è stato lacerato dalla guerra, dal settarismo religioso e dal fondamentalismo. Per mettere fine all’orrore e alla barbarie dell’imperialismo, dobbiamo lottare per la rivoluzione e per rovesciare il capitalismo.

Quasi 180 compagni, da oltre 25 città, si sono riuniti a Milano dal 24 al 26 febbraio per partecipare al ventiduesimo congresso nazionale di Sinistra Classe Rivoluzione. È il nostro primo congresso in presenza dall’inizio della pandemia tre anni fa. Un periodo di intensi e profondi cambiamenti. Come organizzazione marxista rivoluzionaria, abbiamo provato ad attraversarli sapendo cogliere le tendenze di fondo, distinguendo gli elementi di novità da quelli in continuità, guardando cosa è in superficie e cosa si muove più profondamente o risale verso l’alto.

Ieri, per l’undicesima volta in 10 mesi, il primo ministro Élisabeth Borne ha invocato l’articolo 49.3 della Costituzione francese per far passare l’odiata riforma delle pensioni di Macron senza un voto parlamentare. Questo, tuttavia, non è passato inosservato. Nelle ore successive all’annuncio del primo ministro, migliaia di persone si sono riunite a Place de la Concorde a Parigi per protestare contro la manovra. In altre città si sono svolte manifestazioni spontanee.

Ieri mattina, le azioni del settore bancario sono crollate rapidamente – non solo negli Stati Uniti e non solo quelle delle banche a livello regionale, bensì in tutto il mondo – come conseguenza del crollo delle banche regionali statunitensi SVB Financial e di Signature nel fine settimana. Qual’è la causa di questo crollo e quali sono le implicazioni più ampie di tutto ciò?

La trama si infittisce! Un mese dopo la pubblicazione di un’inchiesta esplosiva da parte del celebre giornalista americano Seymour Hersh, che accusava la CIA di aver architettato il bombardamento dei gasdotti Nord Stream tra la Russia e la Germania lo scorso anno, sono apparsi simultaneamente due articoli su due importanti testate, una statunitense e una tedesca, che collegano l’Ucraina all’attentato. E per di più, affermano che i servizi segreti occidentali lo sapevano fin dall’inizio! Cosa dobbiamo pensarne?

Siamo ormai al primo anniversario dell’inizio dell’invasione militare russa in Ucraina. L’avventura del regime putiniano, concepita come un’operazione fulminea che avrebbe dovuto portare a un grande trionfo politico una volta conclusasi, si è trasformata in una guerra protratta ed estenuante, che potrebbe sfociare nella messa in discussione dell’esistenza futura del regime.

La lettura di questo articolo scritto dai nostri compagni britannici di Socialist Appeal è di grande interesse. Partendo dalla situazione nel loro paese, sottopone a una critica serrata le cosiddette “politiche identitarie”. Promosse da alcuni attivisti come strumento per combattere l’oppressione, le politiche identitarie vengono utilizzate in maniera crescente dall’establishment per attaccare la sinistra e il movimento operaio. I lavoratori e i giovani devono rispondere per mezzo della lotta di classe rivoluzionaria.

L’aumento del carovita ha portato a un’ondata di scioperi in Finlandia, che vanno dalle industrie tecnologiche, chimiche e della plastica, fino ai commessi dei supermercati e ai portuali. Benché i sindacati si siano affrettati a sospendere gli scioperi, negoziando accordi del tutto insufficienti, è chiaro che la lotta di classe in Finlandia si sta acuendo su un fronte molto ampio.