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Gli spiriti semplici credono che la condizione regale consista nella persona del re, nel suo mantello di ermellino e nella sua corona, nella sua carne e nel suo sangue. In realtà, questa condizione regale è un rapporto tra uomini. Il re è re solo perché nella sua persona si riflettono gli interessi e i pregiudizi di milioni di uomini. Quando questi rapporti sono ripudiati dal corso della storia, il re diviene un personaggio consunto, dal labbro pendente. In proposito si potrebbe chiedere le sue impressioni ancora vive a colui che una volta era chiamato Alfonso XIII1.

Senza Schengen l’Unione europea è minacciata nelle fondamenta”, afferma il presidente della Commissione europea, Juncker.

In questi giorni, sembra che quasi tutti siano diventati socialisti in un modo o nell’altro. Non era senz’altro questa la situazione quando Socialist Appeal è stato fondato, quindici anni fa. Certo, ciò che la maggior parte della gente intende con “socialismo” al momento è lontano dalla concezione pienamente rivoluzionaria che difendiamo nel nostro programma; tuttavia, questo segna pur sempre un cambiamento spettacolare nelle coscienze.

A 25 anni dalla prima invasione imperialista dell'Iraq, ripubblichiamo questo testo, – disponibile anche all'interno dell'opuscolo "La rivoluzione araba. Ieri, oggi, domani". L'articolo, ripercorrendo la storia dei movimenti nazionalisti arabi, spiega il ruolo giocato dai tradimenti e dalle oscillazioni dei partiti della sinistra araba nell'indebolimento delle forze laiche e progressiste e nell'ascesa del fondamentalismo islamico.

La proposta di Podemos di formare un governo “di progresso” con i partiti che raccolgono un elettorato di sinistra, ha rovesciato tutto il circo montato dietro il processo di investitura del nuovo governo. Il fatto che tutta la situazione politica spagnola stia girando attorno a tutto ciò che dica o faccia chi è rappresentato in parlamento con il venti per cento (ovvero il raggruppamento di Podemos, Izquierda Unida e alleati, in tutto 71 deputati), la dice lunga sul fatto che il restante ottanta per cento abbia una base di appoggio sociale molto fragile, mentre al contrario Podemos e alleati siano molto più solidi da questo punto di vista e con margini

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L’Anno nuovo in genere si festeggia brindando con lo champagne, pieni di buoni propositi e speranze. Ma non c’è molta speranza e ottimismo nei media danesi. Il nuovo anno è iniziato con l’introduzione del controllo dei passaporti al confine tra Danimarca e Svezia. Era dal 1954 che non era necessario mostrare i documenti tra i due paesi scandinavi: per più di 60 anni si poteva viaggiare liberamente. Un segnale estremamente indicativo della situazione all’alba del 2016.

Meno di un quarto d’ora dopo l’apertura, il mercato azionario cinese è stato chiuso da un blocco automatico della contrattazione. La settimana precedente il meccanismo era scattato due volte a causa dei rapidi crolli di oltre il 7%. Questo meccanismo denominato “circuit-breaker” è stato imposto dal governo solo 5 mesi fa, in seguito a perdite altrettanto drammatiche. Ora il governo ha sospeso questa misura, non perché abbia ritrovato la fiducia, ma come ulteriore fattore di panico.

La caratteristica più evidente della situazione italiana è l’assenza di una forza politica, di un partito che sia un riferimento credibile per i lavoratori e gli sfruttati. Allo stato comatoso della sinistra politica si accompagna inoltre la profonda crisi di strategia della Cgil, incapace di opporsi all’offensiva di Renzi e di Confindustria.

“Addio al Vecchio, benvenuto al Nuovo”. Questo è sempre stato l’incoraggiante messaggio di fondo del Capodanno. Ma fra tutte le feste e le bottiglie stappate di champagne, non è stato fornito alcun segno di speranza od ottimismo rispetto al futuro da parte della classe dominante e dei suoi strateghi. Al contrario, gli editoriali della stampa borghese sono colmi di pessimismo e cattivi presagi.

Uno dei portavoce del Partido popular, il partito di destra che era al governo in Spagna fino a ieri, appena sono stati resi noti i risultati elettorali ha descritto la Spagna come “ingovernabile”. È una definizione appropriata del paese, in questo momento.

Nella tarda notte del 6 dicembre, il Consiglio elettorale nazionale Venezuelano ha comunicato i risultati provvisori ma conclusivi delle elezioni parlamentari. Il MUD, l’opposizione contro-rivoluzionaria, ottiene 99 seggi contro i 46 del PSUV bolivariano, con altri 22 da assegnare. Si tratta di una grave battuta d’arresto ed è nostro dovere analizzare le ragioni e spiegare le probabili conseguenze.

Nel primo turno delle elezioni regionali francesi il Fronte Nazionale (FN) è emerso come il partito più votato. Pubblichiamo un primo commento da parte dei compagni della tendenza marxista francese Révolution.

Questa mattina l’esercito turco ha‭ ‬abbattuto un aereo militare russo al confine con la Siria.‭ ‬Non è chiaro finora se sia stato‭ ‬abbattuto dalla contraerea o da un jet.‭ ‬Ma questo è solo un dettaglio.‭ ‬Ciò che è chiaro è che‭ ‬è stata una provocazione palese dalla cricca dominante turca.‭

I venezuelani andranno alle urne il 6 dicembre per eleggere i deputati all’Assemblea Nazionale. Una combinazione di fattori hanno reso questa tornata elettorale una delle sfide più difficili che la Rivoluzione bolivariana abbia affrontato nei 17 anni iniziati quando il presidente Chavez è stato eletto la prima volta nel 1998.

Venerdì scorso Parigi è stata teatro di un massacro di massa in cui almeno 129 persone, soprattutto giovani che si divertivano nei caffè e a un concerto rock, sono stati ammazzati a sangue freddo. Gli assassini, al grido di Allah Hu Akbar, dopo aver svuotato i caricatori, hanno ricaricato con calma prima di uccidere altre persone indifese mentre giacevano a terra inermi.

Francois Hollande ha proclamato lo stato di emergenza in Francia, in seguito agli attentati del 13 novembre. La ragione addotta, naturalmente, è quella della difesa della democrazia e della libertà dalla “minaccia del terrorismo”.

Il fondamentalismo islamico reazionario ha colpito di nuovo, in una serie di attacchi coordinati in diverse località di Parigi, uccidendo la scorsa notte 120 persone e lasciandone ferite altre dozzine. Questo è un attacco reazionario contro lavoratrici e lavoratori, molti di loro giovani, che stavano trascorrendo il loro venerdì sera in ristoranti, teatri ed allo stadio. Condanniamo con fermezza la banda assassina responsabile dell’attacco ed esprimiamo la nostra solidarietà verso la popolazione di Parigi.

In meno di 24 ore, l’immagine del direttore delle risorse umane di Air France con la camicia strappata ha girato il mondo. Il sistema delle imprese e il governo l’ha usata per martellare l’opinione pubblica e farle credere che i lavoratori di Air France sono, nelle parole del presidente del Consiglio, “teppisti”.