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In un altro drammatico colpo di scena nella tragicomica soap-opera della politica americana, Joe Biden ha abbandonato la campagna per la sua rielezione. A soli 108 giorni dalle elezioni, è la seconda volta che un presidente, in carica da un solo mandato, ha preso una decisione del genere. L’analogia storica più vicina risale al 1968, quando Lyndon Johnson rifiutò di candidarsi per un secondo mandato sotto la pressione delle proteste contro la guerra del Vietnam. La permanenza di Genocide Joe alla Casa Bianca è stata segnata dall’inflazione e dalla guerra, e terminerà il suo mandato con un indice di giudizi sfavorevoli intorno al 56%.

I Tories hanno subìto una sconfitta devastante e hanno permesso a Starmer di insediarsi al numero 10 di Downing Street (residenza del primo ministro, Ndt) con una maggioranza massiccia. Ma questo nuovo governo laburista sarà caratterizzato da crisi violente. I lavoratori e i giovani devono prepararsi alla battaglia. Unitevi al RCP!

Si può portare il fuoco sul petto senza bruciarsi le vesti, o camminare sulla bracesenza scottarsi i piedi?” (Proverbi 6:27-29)

L’odiata legge finanziaria 2024, che la scorsa settimana aveva innescato un movimento senza precedenti della gioventù keniota, è stata portata in parlamento per la terza e ultima lettura. Prima dell’inizio dei lavori, masse enormi hanno iniziato a calare verso il quartiere degli affari di Nairobi, dirette verso il parlamento. Alle 14.15 i deputati hanno approvato la legge con 195 voti contro 106. Nel giro di 40 minuti le masse avevano preso d’assalto il parlamento mentre i deputati fuggivano nel panico.

Il Kenya si trova scosso da grandi eventi. Il governo di William Ruto, fedele servo di Washington, del FMI e della Banca Mondiale, sta tentando di fare ingoiare alle masse una serie di nuove tasse dal carattere punitivo. E, così facendo, il suo governo sta provocando una rivolta della gioventù, che ha spontaneamente invaso le strade di tutte le principali città. La situazione presenta elementi rivoluzionari e molti dicono che una rivoluzione simile a quella avvenuta in Sri Lanka potrebbe riprodursi in Kenya.

Dopo una settimana straordinaria, animata dalle idee rivoluzionarie e da resoconti stimolanti da ogni parte del mondo, e dopo mesi e mesi di preparazione da parte di migliaia di compagni in decine di paesi, la conferenza di fondazione dell’Internazionale Comunista Rivoluzionaria (ICR) si è conclusa con un voto unanime a favore del lancio della nuova Internazionale. Ma questo non è che un inizio. Stiamo costruendo il partito mondiale del comunismo rivoluzionario e abbiamo bisogno del tuo aiuto. Unisciti alla nuova ICR, studia le idee autentiche del marxismo e aiutaci a lottare per la rivoluzione nel corso della nostra vita!

Ciò che era iniziato con le proteste degli insegnanti contro l’aumento salariale, si è trasformato in una rivolta della polizia, durata una settimana e nella ribellione delle autoconvocazioni di base di insegnanti, operatori sanitari, lavoratori del settore dell’energia e altri lavoratori statali nella provincia di Misiones, nell’angolo nord-orientale del paese, a circa mille chilometri dalla capitale Buenos Aires.

I comunisti vengono spesso raffigurati dalla classe dominante come degli individui violenti che non si fermeranno di fronte a nulla finché la società non annegherà nel sangue. Di conseguenza, non ci ha sorpreso che il principale giornale online danese, BT – mentre intervistava un compagno dirigente della nostra sezione danese riguardo alla loro decisione storica di fondare il Partito Comunista Rivoluzionario – abbia passato l’intera intervista a cercare di fare ammettere al compagno che noi fossimo a favore della violenza.

L’attacco su Rafah, pianificato da tempo, è iniziato. Lunedì 6 maggio, l’IDF ha lanciato attacchi aerei sulla città e ha ordinato l’evacuazione di circa 100mila palestinesi dai quartieri orientali verso le cosiddette “zone umanitarie” di al-Mawasi, verso la costa, e un’area a ovest di Khan Younis.

Negli Stati Uniti, in più di 60 università, studenti e professori hanno organizzato proteste, montando tende nei campus, come parte del crescente movimento contro il massacro a Gaza. Un’intera generazione si sta politicizzando e sta traendo conclusioni rispetto alla natura dell’imperialismo, al ruolo della polizia e dello Stato e alla necessità dell’azione collettiva.

Giovedì 18 aprile, 28 lavoratori sono stati licenziati in California e a New York come rappresaglia per aver occupato gli uffici per protestare contro l’assistenza fornita da Google all’esercito israeliano attraverso il “Progetto Nimbus”. L’azione draconiana dei capi di Google contro questi lavoratori coraggiosi dimostra la loro determinazione a stroncare questo esempio di lotta. Sanno che senza il permesso della classe operaia, la macchina da guerra degli imperialisti si fermerebbe.

“Blinken era così impaziente che ha quasi strappato di mano a Kristersson la carpetta dei documenti”. È così che il giornale borghese Aftonbladet ha descritto la consegna da parte del primo ministro svedese al segretario di Stato americano della firma definitiva per l’ingresso nella Nato. Con ciò, assieme al nuovo Accordo di Cooperazione per la Difesa (DCA, Defense Cooperation Agreement), i falchi guerrafondai di Washington hanno ottenuto tutto quello che avrebbero potuto sperare – e anche di più.

Siamo orgogliosi di ripubblicare un articolo fondamentale di Alan Woods, che invitiamo a leggere attentamente. Attraverso marxist.com, la rivista In Defence of Marxism e la nostra casa editrice Wellred Books, la Tendenza Marxista Internazionale conduce una battaglia a tutto campo per la teoria marxista. Nel farlo, tocchiamo non solo temi chiaramente connessi con la lotta di classe, ma anche altri che (apparentemente) non hanno a che fare con essa, dalla cosmologia alla cultura, alla lotta di classe nell’antica Roma. Alcuni presunti “marxisti” hanno deriso questo approccio ma, come spiega Alan Woods, la loro derisione è del tutto fuori luogo.

Sabato 13 aprile, l’Iran ha annunciato di aver lanciato un attacco contro Israele con oltre 300 droni e missili. Quel pomeriggio, Joe Biden ha lasciato il comfort della sua casa al mare nel Delaware e si è affrettato a tornare alla Casa Bianca in mezzo a un senso di crisi incombente. La sera stessa, il Presidente si è riunito nella Situation Room della Casa Bianca con i componenti del Consiglio di sicurezza nazionale per discutere degli attacchi missilistici in corso.