USA – Lo UAW e la battaglia per il nuovo contratto

Da quando i compagni di Socialist Revolution hanno scritto questo articolo, l’UAW ha intrapreso uno “sciopero mirato”, lanciando quella che, nelle loro intenzioni, sarebbe la risposta di questa generazione alla tattica delle “sit-down strike” degli anni ’30 (sciopero bianco con occupazione della fabbrica: uno “Stand-up strike” (gioco di parole tra “sit-down” = seduto e “stand-up” = in piedi). Alle 12:01 di venerdì 15 settembre 2023, l’UAW ha iniziato lo sciopero in tre stabilimenti, uno per ciascuna delle Tre Grandi: Wentzville (GM) nel Missouri; Toledo, Ohio (Stellantis); e lo stabilimento di assemblaggio del Michigan (Ford). Questi tre scioperi coinvolgono circa 12.700 lavoratori, meno del 10% degli iscritti all’UAW.

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I lavoratori del settore automobilistico hanno sopportato decenni di erosione dei salari e peggioramento delle condizioni di lavoro mentre le “Tre Grandi” delle aziende automobilistiche – General Motors, Ford e Stellantis – aumentavano i profitti sulla pelle degli operai. Ma adesso questi stessi operai stanno dicendo: “adesso basta!”. 150mila lavoratori sindacalizzati degli Stati Uniti si stanno quindi preparando allo sciopero, mentre si fa sempre più vicina la data di scadenza dei loro contratti con queste aziende, il 14 settembre.

Ad una videoconferenza in agosto, Shawn Fain, eletto di recente presidente del sindacato United Auto Workers (UAW), per spiegare agli iscritti la sua reazione alla proposta di contratto per i lavoratori di Stellantis, ha buttato la sua copia nel cestino. “Negli ultimi 20 anni non siamo stati al passo con l’inflazione, mentre chiudevano 65 stabilimenti”, ha detto Fain. “Negli ultimi 16 anni i salari sono diminuiti, perdendo 10 dollari l’ora; nel frattempo lo stipendio dell’amministratore delegato è cresciuto del 40% solo negli ultimi quattro anni”.

Fain e il suo programma di riforma del sindacato gli hanno valso la prima elezione diretta in assoluto per la direzione del sindacato, svoltasi agli inizi di quest’anno tra gli iscritti UAW, dopo che alcuni scandali di corruzione avevano costretto i due precedenti presidenti alle dimissioni.

Una delle principali tattiche dei padroni in questo prolungato attacco agli iscritti UAW è stata introdurre sistemi salariali suddivisi per diversi livelli che hanno ridotto in maniera significativa le retribuzioni dei neoassunti e precarizzato il lavoro. “Vogliamo eliminare tutti questi livelli che dividono i lavoratori e tutte queste scale retributive”, promette Fain.

Nascondendosi dietro il bisogno di guadagnare competitività rispetto ad aziende che assumono lavoratori con salari peggiori, è dagli anni ’70, con il crollo dell’economia successivo al boom capitalista postbellico, che le compagnie automobilistiche estorcono una serie infinita di concessioni a livello contrattuale. Messi di fronte alla minaccia delle chiusure degli stabilimenti e della perdita di posti di lavoro, e in assenza di una direzione combattiva al vertice, gli operai hanno fatto significative concessioni nel corso degli anni. Dalla Grande recessione del 2008, però, è diventato chiaro che la pazienza e l’accettazione a malincuore della catena di montaggio hanno ceduto il passo a stati d’animo più combattivi.

“Dobbiamo solo ricordarci delle nostre radici”, ha detto Fain, rifacendosi ai tempi della fondazione dello UAW per motivare gli operai dell’automotive al tipo di lotta che sarà necessario per invertire decenni di concessioni. E su questo non sbaglia di certo.

Organizzare gli operai del settore automobilistico durante gli anni ’30 fu possibile grazie alle dure lotte e a notevoli sacrifici da parte degli operai stessi. Questi sforzi sono stati costellati da vere e proprie battaglie campali difensive contro gli attacchi della polizia e di sgherri al soldo dell’azienda. Battaglie che videro anche occupazioni pacifiche delle fabbriche da parte di milioni di operai negli scioperi del 1936-37, che cementarono la forza del sindacato degli operai del settore.

Bisogna anche sottolineare che furono gli operai comunisti e socialisti a svolgere il ruolo principale nel guidare i lavoratori alla vittoria negli anni ’30. Essi sapevano che, per vincere contro i giganti dell’auto e i loro ricchi azionisti, i lavoratori dovevano assolutamente avere ben chiaro che gli interessi degli operai e dei padroni erano completamente opposti gli uni agli altri.

Quando l’intransigenza dei padroni li costringe a lottare, gli operai possono vincere sulla base della massima unità e facendo appello alla classe lavoratrice e al movimento sindacale in generale. Il compito degli operai in sciopero è bloccare la produzione e, per farlo, devono capire che il governo, la polizia e i tribunali non sono neutrali o “pro-lavoratori”, ma, in fin dei conti, dalla parte dei padroni.

Mentre si intensifica il braccio di ferro sui contratti, la domanda da porre a Shawn Fain e alla nuova direzione UAW è questa: siete pronti ad andare fino in fondo in questa battaglia? Se sì, possiamo stare certi che la base risponderà con entusiasmo. E una vittoria dei lavoratori del settore automobilistico ottenuta nella lotta di classe scatenererebbe un’ondata di scioperi ancora più estesa di quelle che abbiamo visto negli anni recenti. Ma non ci sono garanzie che la direzione prenderà questa strada.

Una prova per la nuova direzione di UAW

Oltre alle Tre Grandi, ci sono anche altre aziende automobilistiche con strutture produttive e distributive negli Stati Uniti. Presa nel suo complesso, l’industria automobilistica rappresenta il 3% del PIL del Paese, in totale 26 trilioni di dollari.

La direzione di UAW fronteggia quindi un nemico determinato. Negli anni del secondo dopoguerra, i contratti conquistati dallo UAW fecero da scuola per gli operai in tutti gli Stati Uniti. Lo stesso avvenne negli anni ’70 e ’80. Allo stesso modo, le concessioni fatte in seguito dallo UAW diedero il via alla ritirata del movimento operaio. Dietro i padroni dell’auto c’è tutta la classe dominante americana. Uno sciopero dei lavoratori contro tutte e tre le aziende, in special modo uno sciopero prolungato, che non è da escludersi, avrebbe un impatto sull’economia nel suo complesso.

Le Tre Grandi daranno al sindacato la colpa dei problemi economici, sostenendo che la concorrenza con le aziende dove non sono presenti sindacati li limita in ciò che possono concedere al sindacato. Le nuove tecnologie, come le auto elettriche e l’automazione sempre maggiore delle fabbriche, minaccia gli attuali posti di lavoro.

Se la direzione UAW vuole davvero rompere con la politica di concessioni del passato, deve adottare la prospettiva dei comunisti e dei socialisti degli anni ’30. Anzitutto deve lanciare una campagna nazionale per spiegare che la battaglia per i nuovi contratti non riguarda solo gli iscritti UAW. È una battaglia per conquistare condizioni di vita migliori per tutta la classe operaia americana. I lavoratori del settore automobilistico hanno bisogno dell’aiuto del resto del movimento operaio: la loro vittoria aiuterà tutti i lavoratori. Allo stesso modo, una loro sconfitta indebolirebbe l’intera classe lavoratrice.

I contratti devono non solo eliminare i diversi livelli e garantire le pensioni, ma anche tutelare i posti di lavoro. Ad automazioni o progressi tecnologici che portino all’eliminazione di posti di lavoro si deve rispondere con una combinazione di corsi di formazione pagati e riduzioni della settimana lavorativa per tutti i lavoratori, senza riduzioni dello stipendio settimanale e nessun licenziamento! Quando i padroni dell’auto blaterano che sarebbe impossibile, i dirigenti UAW devono ricordare a tutti che la ricchezza dell’industria automobilistica deriva dal lavoro degli operai, non da quello dei banchieri e amministratori.

Per costruire solidarietà e prendere slancio, la direzione UAW deve lanciare una campagna per organizzare in massa tutti i lavoratori non organizzati dell’industria automobilistica e di componentistica. Va spiegato loro che, se entreranno nel sindacato, tutta la forza di quest’ultimo verrà usata per garantire il riconoscimento del sindacato stesso e un contratto almeno all’altezza di quelli nelle Tre Grandi.

Oltre a ciò, UAW deve anche collegarsi con la Writers Guild (il sindacato degli sceneggiatori, la SAG-AFTRA (sindacato dei media e dello spettacolo), i lavoratori di Amazon, Starbucks e tutti gli altri, in lotta per il contratto e per il riconoscimento dei propri sindacati. Lo UAW può contribuire a formare comitati di lavoratori in grado di coordinare una risposta e una strategia unificate per arrivare alla vittoria. Se ciò fosse fatto in modo serio – e lo UAW è nella posizione perfetta per prenderne la testa – la classe capitalista americana sarà costretta a cedere. Davanti a un fronte unico ben organizzato della classe lavoratrice, sarebbero i capitalisti a piegarsi e fare concessioni.

Il fallimento della direzione precedente dello UAW è stato causato dal fatto che essa aveva limitato tutte le sue decisioni entro gli stretti confini del sistema capitalista americano in declino. I nuovi dirigenti dello UAW devono rompere con questo metodo. Devono tornare ai metodi della lotta di classe degli anni ’30. Quelle lotte strinsero legami di cameratismo e solidarietà tra gli operai del settore automobilistico che li resero imbattibili per decenni. È questo il tipo di sforzo militante ed esteso di cui ci sarà bisogno per ricostruire un movimento operaio combattivo nei prossimi anni.

Facciamo appello ai lavoratori UAW che vogliono vedere realizzati questi obiettivi a unirsi ai comunisti della TMI. Insieme possiamo non soltanto combattere i padroni, ma possiamo vincere!

Per chi si sta preparando a intervenire ai picchetti in caso di sciopero, ecco una sintesi delle principali rivendicazioni avanzate dalla direzione UAW:

– Eliminare i livelli salariali
Al momento le case automobilistiche prevedono un sistema salariale per livelli. I lavoratori del primo livello guadagnano circa $28 all’ora, quelli assunti dopo il 2007 sono nel secondo livello e guadagnano dai $16 ai $19 circa all’ora.

– Aumenti salariali
Lo UAW rivendica aumenti salariali a doppia cifra.

– Ripristinare il COLA
Lo UAW rivendica il ripristino del sistema di adeguamento del salario al costo della vita (COLA nella sigla inglese).

– Fondi pensioni a prestazione definita per tutti i lavoratori
Motivati dal fatto che i nuovi e più recenti assunti non sono nel classico piano pensionistico.

– Ripristinare i benefit sanitari per i pensionati
– Diritto di sciopero contro le chiusure delle fabbriche
– Un programma di tutela per le famiglie degli operai
– Stabilizzazione dei lavoratori precari
– Più ferie pagate
– Aumento del TFR