Elezioni in Portogallo: perché cresce l’estrema destra

In Portogallo, le elezioni anticipate del 10 marzo hanno provocato un terremoto politico. I partiti di sinistra e di centro-sinistra che hanno dominato la politica nazionale per quasi dieci anni hanno subito una sconfitta dolorosa. Alleanza Democratica (Aliança Democrática, AD), formazione politica conservatrice, ha vinto le elezioni, seppure con un margine molto risicato. Il vero vincitore è stato il partito di estrema destra Chega, che ha più che raddoppiato la sua percentuale di voti. Alcuni osservatori impressionisti avvertono che ciò preannuncia uno spostamento a destra della società portoghese. Tuttavia, questi risultati sono un’avvisaglia di instabilità e di grandi scontri di classe a venire.

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Il fallimento della sinistra

Lo spostamento elettorale verso destra non può essere compreso senza fare un bilancio della storia recente del Portogallo. La crisi del 2008 colpì il Portogallo con forza. Il paese venne salvato dalla troika (Fondo Monetario Internazionale, Banca Centrale Europea e Commissione Europea), che pretese severe misure di austerità.

Milioni di persone scesero in piazza e il paese venne attraversato da mobilitazioni di massa. Questa radicalizzazione trovò un’espressione politica nelle elezioni del 2015, che rappresentarono una vittoria senza precedenti per la sinistra. Il Partito Comunista Portoghese (PCP) e il Blocco di Sinistra (Bloco de Esquerda, BE) ottennero più di un milione di voti: il migliore risultato dalla rivoluzione del 1974-75 per i partiti alla sinistra del Partito Socialista. Il PCP e il BE aiutarono il socialista António Costa a formare un governo di minoranza.

Durante il periodo iniziale della collaborazione con il primo ministro socialista António Costa, la sinistra ottenne alcune riforme importanti. Il governo e i suoi alleati di sinistra godevano di una considerevole popolarità e ottennero una vittoria facile alle elezioni del 2019. La base di ciò fu la relativa stabilizzazione del capitalismo portoghese nel periodo tra il 2015 e il 2019.

Tuttavia, questa ripresa parziale, fondata sul turismo, fu compiuta a spese dei lavoratori. Le condizioni di vita continuarono a peggiorare sotto molti aspetti: la disponibilità di alloggi, le condizioni di lavoro, la sanità, etc. Ma ciò che più conta, lo spazio per le riforme si restrinse nel 2020 con la pandemia e, dopo il 2021, con la spirale inflazionistica.

Il peggioramento delle condizioni economiche dopo il 2020 ha fatto da sfondo alle tensioni crescenti tra Costa e i suoi alleati nel PCP e nel BE, che hanno portato alle elezioni anticipate all’inizio del 2022. I socialisti di Costa ottennero una maggioranza assoluta e il PCP e il BE subirono una sconfitta umiliante. La loro politica di stretta collaborazione con i socialisti aveva offuscato le differenze tra i diversi partiti di sinistra, facendo sì che la grande maggioranza degli elettori della classe lavoratrice si stringesse attorno al candidato di sinistra più solido, Costa.

Tuttavia, il governo di maggioranza di Costa era un gigante con i piedi d’argilla. Egli si è trovato a amministrare da solo il peggioramento delle condizioni economiche e sociali. La crisi del capitalismo ha portato alla crisi del riformismo come la notte segue il giorno. Oggi, l’inflazione galoppante ha eroso le riforme del 2015-2019. La crisi abitativa è divenuta insostenibile per milioni di persone. La sanità pubblica si trova sull’orlo del collasso. I salari dei lavoratori non sono sufficienti a soddisfare i bisogni primari. Come se non bastasse, il governo Costa è stato coinvolto in una serie di scandali di corruzione che hanno condotto alle elezioni anticipate del marzo 2024.

Esiste un malcontento crescente nella società portoghese. Questo si è espresso nelle proteste di massa e negli scioperi degli ultimi due anni. Tuttavia, i partiti ufficiali di sinistra non si sono trovati nella condizione di cavalcare questa rabbia.

Il governo Costa, corrotto e filo-capitalista, viene incolpato del pessimo stato in cui versa il paese. Ma anche i riformisti di sinistra del PCP e del BE sono screditati dopo anni di stretta collaborazione con i socialisti al governo.

I dirigenti del PCP e del BE hanno tratto tutte le conclusioni sbagliate dal periodo precedente: durante la campagna elettorale, hanno proposto una ripetizione dell’alleanza con i socialisti, pensando che ciò avrebbe spinti questi ultimi a sinistra. Non riescono a capire che il programma anti-operaio dei socialisti non è dettato dai capricci di António Costa, che possono essere arginati da qualche parlamentare di sinistra in più. Le sue politiche sono determinate dalla crisi del capitalismo!

Responsabile della crisi attuale agli occhi di molte persone, la sinistra ha perso miseramente in queste elezioni. I socialisti hanno perso più di mezzo milione di voti. Il PCP è crollato da 332mila voti nel 2019, a 238mila nel 2022, a 202mila oggi – un minimo storico. Il Blocco di Sinistra ha fatto un po’ meglio, ma la tendenza generale segue la stessa direzione: 498mila nel 2019, 244mila nel 2022 e 274mila oggi. Il Blocco di Sinistra e il Partito Comunista sono stati trascinati in un cul de sac dai propri dirigenti riformisti: spetta adesso ai militanti di questi partiti invertire la rotta, rompendo con il riformismo e adottando un programma rivoluzionario.

La disfatta della sinistra è il risultato inevitabile dei tradimenti del riformismo. Spinti al potere dalle mobilitazioni di massa dello scorso decennio, i dirigenti riformisti hanno frustrato le speranze che avevano risvegliato. E non potrebbe essere altrimenti, dal momento che non avevano una prospettiva rivoluzionaria e accettavano il capitalismo, trasformandosi nei responsabili della gestione delle sue crisi. Sfortunatamente, in questo processo, hanno creato terreno fertile per cinici demagoghi, che hanno temporaneamente occupato la scena, avvantaggiandosi del discredito in cui gli altri sono caduti.

L’ascesa di Chega

Sebbene sia arrivato terzo, André Ventura, un ex seminarista e commentatore di calcio, diventato ora il leader del partito di estrema destra Chega, è stato considerato il principale vincitore delle elezioni. Egli è passato da meno di 400mila voti nel 2022, a 1 milione e 108mila voti oggi.

Questo partito ha condotto una campagna demagogica, reazionaria nei contenuti, ma radicale nella forma. Ha fatto un appello a una “pulizia” integrale del Portogallo e ha attaccato aggressivamente i partiti tradizionali per la loro corruzione. Ventura ha fatto ogni tipo di promesse demagogiche sull’innalzamento delle pensioni e dei salari.

Su tali basi, questo outsider ha ottenuto l’appoggio degli elettori arrabbiati che volevano “mandarli tutti a casa”. Si tratta di un voto di protesta che, a un livello profondo, esprime la rabbia crescente contro il regime capitalistico in Portogallo. Ma a causa del discredito della sinistra, questo voto di protesta ha assunto un’espressione estremamente distorta nel voto a Chega.

L’aumento della percentuale dei voti per Ventura corrisponde grosso modo all’aumento dell’affluenza. Questo suggerisce che molti dei suoi elettori non provengono dagli altri partiti, ma dall’astensione.

La demagogia di Ventura ha galvanizzato una base di appoggio contraddittoria, che spazia dalla piccola borghesia reazionaria a settori disillusi della classe lavoratrice. È significativo che il partito ha ottenuto alcuni dei suoi migliori risultati in località come Beja e Portalegre, nell’Alentejo, e nella periferia meridionale di Lisbona, storiche roccaforti del Partito Comunista.

Se grattiamo via la patina di radicalismo della demagogia di Ventura, troveremo il programma nudo e crudo della classe dominante. Egli è stato finanziato e vezzeggiato dal grande capitale e dai media capitalisti.

Sarebbe un errore, tuttavia, definire Ventura un fascista. Il fascismo è la mobilitazione di massa della piccola borghesia inferocita in vista della liquidazione fisica di tutte le organizzazioni del movimento operaio. Ventura è sicuramente un demagogo capitalista spudoratamente reazionario. Tuttavia, non dispone di un partito di massa e si sorregge su una base di appoggio profondamente disomogenea e dunque fragile.

I rapporti di forza nella società portoghese, con una forte classe operaia e l’erosione della piccola proprietà – bastione tradizionale della reazione – sono sfavorevoli al fascismo. Questo, tuttavia, non è un argomento per restare impassibili. Ventura è un nemico della classe operaia. Più Ventura si avvicina al potere, più il suo programma reazionario e filo-capitalista verrà alla luce. La sua base di appoggio contraddittoria si logorerà. I lavoratori coscienti devono andare all’offensiva, smascherarlo e passare al contrattacco.

Un nuovo periodo turbolento

Una fase di profonda instabilità si apre in Portogallo. I conservatori di Alleanza Democratica non dispongono di una maggioranza stabile. A meno che non si torni alle urne (il che non può essere escluso), Alleanza Democratica dovrà trascinare i socialisti in una “coalizione di larghe intese”, il che è improbabile dato l’attuale livello di polarizzazione, o, nello scenario più probabile, dovranno trovare un accordo per un’alleanza con Chega.

Ventura ha già espresso il suo desiderio di entrare nel governo. Una tale coalizione sarebbe estremamente impopolare e corrotta e manderebbe in frantumi la sua base di appoggio, nel momento in cui cominciasse ad applicare il programma integrale dei capitalisti in un contesto di crisi profonda, il tutto mentre Ventura e la sua cricca saccheggiano le risorse pubbliche. Questo preparerebbe future svolte a sinistra. Il problema, tuttavia, è la mancanza di una alternativa rivoluzionaria di classe. Costruirla è il compito di tutti i lavoratori e i giovani coscienti.

La Rivoluzione Portoghese che ebbe inizio il 25 aprile del 1974 si concluse in una sconfitta, a causa del tradimento degli stalinisti e dei socialdemocratici. La democrazia borghese è emersa dalle ceneri della rivoluzione. Gli stessi parassiti che sfruttavano il popolo durante la dittatura continuano a ingrossarsi le tasche, solo che adesso lo fanno sotto un sistema politico più umano.

Per cinque decenni, questo regime [di democrazia borghese, ndt] ha garantito una relativa stabilità per i capitalisti. Tutto ciò sta giungendo a termine adesso che la crisi capitalista sconvolge gli equilibri alla base del regime e manda in cortocircuito le sue valvole di sicurezza. Marcelo Rebelo de Sousa, il presidente del Portogallo, che è un borghese lungimirante, ha osservato il giorno prima delle elezioni: “un ciclo di cinquant’anni della nostra storia sta giungendo al termine […], dal momento che la situazione internazionale, e dunque anche quella interna, è molto difficile”.

L’intero regime è screditato e i tempi per il suo rovesciamento sono maturi. È necessario distruggere il capitalismo per portare a termine i sogni infranti della Rivoluzione d’Aprile.

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