Inondazioni devastanti in Pakistan - Un sistema al collasso aggrava la tragedia umana

La PTUDC (Campagna di Difesa dei Sindacati Pakistani) ha lanciato comitati rivoluzionari di soccorso e di protesta per combattere le inondazioni, soprattutto nelle zone più colpite, per supportare in maniera efficiente ed effettiva gli sforzi di soccorso. Nell'ambito della campagna sono già stati impiantati 57 campi profughi in varie regioni per i quali stanno cercando aiuti.

Le recenti piogge torrenziali e le conseguenti inondazioni, le peggiori in 80 anni, hanno portato una miseria ancora maggiore alle masse già oppresse da terrorismo, brutalità dello Stato, povertà, fame, prezzi esorbitanti, disoccupazione e sofferenza che hanno raggiunto livelli senza precedenti. Il numero di persone coinvolte supera, stando all'ONU, quelli dello tsunami asiatico del 2004 e dei terremoto in Kashmir del 2005 e ad Haiti nel 2010.

Più di 20 milioni di persone sono state sfollate e colpite dal disastro. Si contano circa 2000 morti e a migliaia soffrono per le epidemie dilaganti. La popolazione ha perso tutto; case e raccolti sono stati spazzati via, privando le vittime di un qualunque riparo e quindi obbligandole a trascorrere più di una settimana all'aperto senza cibo e acqua nel panico e in agonia.

L'economia, già traballante, verrà completamente ridotta in pezzi e "lorSignori" aumenteranno ancor di più la miseria e lo sfruttamento delle masse. La risposta dell'attuale regime è stata vergognosa. Il Primo Ministro, Yousaf Raza Gillani, ha già dichiarato di non disporre dei mezzi finanziari e materiali per portare aiuti e cibo ai milioni di vittime che appartengono alle masse povere.

Al tempo stesso, il Governo ha invitato ufficialmente a recitare il Corano e a pregare. In realtà, questo disastro è stato causato dall'uomo in misura molto maggiore di quanto non sia dovuto alla vendetta divina per i peccati di queste masse indigenti. Che peccati avrebbero commesso, a meno che la povertà stessa non sia un peccato?

Nei 63 anni della sua esistenza la classe dirigente pakistana ha fallito nel costruire un adeguato sistema di infrastrutture. Questa situazione è stata aggravata negli ultimi pochi anni dallo stanziamento di circa l'80% delle risorse del Paese per ripagare il debito estero del giogo imperialista e per finanziare immotivate spese militari.

In aggiunta alla miseria causata dalle infrastrutture fatiscenti o già collassate, è stato anche riportato che alcuni signori feudali e ufficiali corrotti avrebbero cospirato nel deviare il corso dell'inondazione contro la città di Kot Addu nel Punjab meridionale per salvare i raccolti. Allo sbarramento di Taunsa sarebbero stati presenti truppe armate dei feudatari locali per assicurarsi che le acque venissero dirette lontano dai campi, risultando nel tragico allagamento dell'intera Kot Addu. Tale episodio non è stato isolato, ma simili si sono verificati a Jampur e città limitrofe.

L'imperialismo e l'elitè pakistana, sua serva, hanno saccheggiato lo Stato e la società. I ricchi hanno accresciuto le loro ricchezze e gli oppressi sono stati continuativamente spinti nel pozzo senza fondo della povertà e della privazione. Nessuna delle vittime proviene dai ceti alti e borghesi. Non è un caso che le calamità colpiscano solo i poveri.

E' opinione comune tra le masse poveri che il grosso dei fondi loro destinati non arriverà mai, intrappolato nelle mani rapaci e corrotte dei funzionari pakistani e delle ONG occidentali. La cosiddetta comunità mondiale, l'élite finanziaria e politica globale del capitalismo occidentale, sta già affrontando una crisi economica troppo grave per destinare in aiuti qualcosa di più che briciole. In ogni caso, tanto sfacciata è la corruzione dei governanti pakistani che gli imperialisti occidentali non si fidano dei loro stessi tirapiedi nel gestire gli aiuti. L'esperienza storica insegna che sono gli stessi poveri a donare in misura maggiore e a sacrificarsi di più per le vittime impoverite da simili catastrofi.

La PTUDC ha lanciato comitati rivoluzionari di soccorso e protesta per combattere le inondazioni, soprattutto nelle zone più colpite, per supportare in maniera efficiente ed effettiva gli sforzi di soccorso. Nell'ambito della campagna sono già stati impiantati 57 campi profughi in varie regioni. A dire il vero, centinaia di attivisti della PTUDC sono tra le vittime. Questi attivisti, oltre allo sforzo dei soccorsi, partecipano e organizzano le proteste per rivendicare aiuti al governo.

Attraverso questo articolo la PTUDC chiede a tutti i lavoratori nel mondo di aiutarla in tali drammatiche condizioni. Questi sono momenti di prova per noi in queste condizioni tragiche, ma è nostra ferma convinzione che supereremo queste avversità e tutti gli ostacoli per aiutare il popolo che ha subito ingiurie e insulti, uno dopo l'altro, dalla borghesia insensibile e indifferente.

L'obiettivo immediato è portare aiuto dove serve. Comunque, una volta che le masse avranno capito le cause politiche e socio-economiche della tirannia, si leveranno in piedi contro il sistema e con l’appoggio dei lavoratori di tutto il mondo trasformeranno la società. Lo sfruttamento, il saccheggio e la rapina dovranno avere fine. Tutte le risorse dovranno essere dedicate al benessere dei lavoratori e dell'umanità.

Se ci limitassimo soltanto a pensare all’emergenza di oggi e non lottassimo ancor di più e meglio per cambiare radicalmente la società, questi disastri accadranno ancora e ancora. Ciò che serve è la trasformazione socialista della società. La PTUDC giura di portare avanti questa lotta fino alla fine. Col vostro aiuto porteremo subito soccorso nei nostri 57 campi e poi andremo avanti nell'assolvere l'enorme compito che la Storia ci ha posto.

Programma e rivendicazioni

- Assicurarsi che le vittime dell'inondazione ricevano cibo e medicine insieme a tutti gli altri bisogni primari

-Aiuti finanziari a chi ha perso la casa affinchè la possa ricostruire

-Dare aiuti ai contadini che hanno perso i raccolti perché non cadano nelle mani di usurai e latifondisti

-Protestare contro la brutalità, l'inefficienza e la corruzione del Governo

-Formare comitati territoriale per gestire l'emergenze e le proteste

-Portare avanti azioni legali contro i feudatari e gli ufficiali responsabili dell'inondazione delle città

-Portare avanti la trasformazione socialista della società. Il capitalismo ha fallito e porterà soltanto altri morti.


Per le donazioni

Attraverso bonifico bancario

Account holder: Pakistan Trade Union Defence Campaign
Reference number: K3414742PAK

Account number: 0005 0005

Sort code: 09 00 00

Indirizzo della banca
Santander
2 Triton Square,
London NW1 3AN
United Kingdom

Oppure attraverso Wellred Online bookshop

(si ringrazia Luca Vanzini per la traduzione)